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Brevetti

Ministeriale®

La cantante era entrata nella sala costumi del teatro e aveva cominciato ad aggiustare di persona il suo vestito di scena. Intanto, aveva avanzato all’impresario una richiesta tassativa e curiosa: «Questa sera voglio sui tavoli del pubblico 100 abat-jour blu». Quella sera al Salone Margherita, nei sotterranei della Galleria di Napoli, Anna Fugez, avrebbe incantato il suo pubblico con le note di: Abat-jour… che diffondi una luce blu”.

Quella sera, insieme ai tanti corteggiatori che si affollavano al suo camerino, per complimentarsi e strappare un invito, c’era anche Francesco Scaturchio, giovane proprietario di una Pasticceria di Via Toledo. Anna scelse lui per andarsi a sedere al Bar Gambrinus, lì vicino. A differenza dei notai, degli industriali, dei giudici che la corteggiavano, quel ragazzo non odorava di sigari, di stufati di carne, di fritto o di danari. Odorava di mandorle e questo le era piaciuto. Francesco era innamorato e Anna gli chiese un dono. Francesco pensò a lungo: non poteva darle un anello, come qualunque cicisbeo.

Inventò per lei un dolce. Fece preparare un grande cioccolatino, amarissimo fuori e con una crema inebriante e dolcissima dentro. Glielo portò dicendole che le assomigliava. «È difficile rompere la crosta delle tue difese», le disse, «ma che premio per chi conquista il tuo cuore!» Il dolce che si sarebbe dovuto chiamare Anna, non si chiamò così. La ditta volle presentarlo alla Casa Reale. E iniziò tutta una trafila fatta di consegne al Ministro di Bocca dei Savoia, al ministero dell’agricoltura, al ministero delle manifatture. Consegne e assaggi che non portavano mai il dolce al Re.

documento

1920

Brevetto Ministeriale

Era diventato un affare “Ministeriale” e così nacque il nuovo nome. Alla fine il Re lo assaggiò e il titolo di fornitori di casa reale fu ottenuto e, sulla superfice del dolce, fu impressa la feluca dei ministri. Anna proseguì per la sua carriera e Francesco continuò a muoversi tra cioccolatini e paste di mandorle.